Notturno
Riposa fra i muri
sepolto dal perfido timore,
i muri ricordano, i muri sanno.
La notte se ne vanno, svaniscono.
Ecco, un canguro balza
dal marsupio, amico
immaginario, ricordo d'una canzone:
Favola a cui si crede.
Compito scritto
in un baleno, il cipresso, l'edera, il pino,
l'alloro, l'acacia, la nespola:
La giungla dei primi passi.
L'orto, labirinto magico,
prodezze fra gatti ed altalene;
scarpe lucide di terra.
Un dispetto, un ramo di tamarice.
Il paradiso via ghiaia
sulla fronte giocosa, sangue
sul viso, ridicole smorfie.
Un circo vero e proprio.
Il giglio a caccia
di gioia protegge dalla macchina,
clessidra selvaggia, arrogante:
L'oblio nell'oblio cade
(tutto è nuovamente vivo e reale).
Il cortile si fa bianco tutt'intorno,
una vita intera come un solo giorno.
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